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In questo, Baccio attraverso difilato la chiesa, nella direzione di
quell'uomo; ma costui come se lo vide vicino, alzo un braccio e parve
dare un comando a cui fosse impossibile non obbedire. E infatti,
l'onesto campanaro si arresto di botto, stette un istante come
indeciso, poi chino il capo e ritorno sui proprii passi.
Quando furono finite le esequie e mentre la processione avviavasi
verso il cimitero, ne feci uscir Baccio con un cenno, e gli chiesi:
--Che cosa vi ha detto quell'infelice?
--Va via! mi ha detto, va via, e con una voce che mi ha fatto gelare
il sangue nelle vene. E si che le mie erano buone intenzioni; volevo
strapparlo da quella scena.... Va via, mi ha detto, come a un cane!
Non so quale attrazione irresistibile mi spingeva a rientrar nella
chiesa. La costeggiai, per non dar nell'occhio a nessuno, e vi
rientrai infatti, ma piano piano, a passo di lupo, come se fossi per
commettere un delitto--dalla porticina da cui era apparso il vedovo.
Quale scena, gran Dio!
Egli era sulla soglia della sagrestia, ai piedi di Don Sebastiano
ancor coperto degli abiti con cui aveva officiato, e gli stringeva e
gli baciava le mani e gli si avvinghiava al corpo, gemendo, interrotto
da rantoli e da singhiozzi:
--Oh! per l'amore del cielo! Buon prete del Signore, aiutatemi a non
morire in grazia dei miei poveri bambini. Vedete... ho pensato tutta
notte che mi sarei gettato anch'io dentro nella fossa e l'avrei
abbracciata cosi forte quella cassa benedetta che non me ne
avrebbero potuto strappar fuori...--Don Sebastiano! per
carita... ditemi voi qualche cosa... voi che l'avete bagnata adesso
coll'acqua benedetta... perdo la testa; vedo la chiesa, la santa
chiesa che gira, che gira, che gira! aiutatemi a non morire... lo
sapete anche voi, non posso morire... i bambini, i poveri
disgraziati... tre!... li ho mandati sulla montagna... non sanno
niente... quando torneranno a casa!... O povero me!... aiutatemi,
per carita, lasciatemi sentire questo odore d'incenso che mi va al
cuore... ditemi che cosa devo fare perche il Signore mi soccorra...
Lo sventurato si aggrappava al lungo sacerdote e sprofondava il capo
nelle ampie pieghe della negra sottana e nei merletti bianchi della
cotta, mentre le sue gambe si contorcevano sul pavimento come agitate
da una convulsione spasmodica.
Allora dalle labbra di quel prete il cui volto non aveva mutato ne
colore, ne espressione, udii cader, gelate, asciutte, plumbee, f
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