, e mi sono
detto:--perche tanti misteri quando si possono fare le cose
d'accordo, in buona armonia? E per questo motivo mi sono indotto a
parlarvene. Voi conoscete i miei sentimenti conciliativi. Oh se
tutti fossero come voi e me, che vita carina si farebbe! eh che
paradisetto, che piccolo elisuccio la nostra Sulzena eh! che ne
dite?
Il curato evito di rispondere.
--Bevete, caro Bazzetta? domando.
--No, grazie,--ben, due ditini, due soli ditini.... troppo incomodo.
E rivolto a me:
--Io e il signor curato, non s'e mai avuto in venti anni una parola da
dire, vero don Luigi? E un uomo raro (no basta... troppo.... grazie...
alla sua salute).
Bevette il secondo bicchiere, strizzo l'occhio luccicante, e ripete
schioccando colle labbra:
--Un uomo raro.
Non ostante questo subito entusiasmo si vedeva ch'era contrariato.
Non fu buono di riappiccare il discorso e nessuno di noi si die la
briga di aiutarlo.
Pero dopo un quarto d'ora prese la magnanima risoluzione di
andarsene. Ma non senza prima gittare ancora la rete per pescare
qualche notizia.
Nell'uscire chiese ad Aminta se veniva con lui, che si sarebbero
accompagnati sino in piazza.
--Aminta resta con noi, rispose don Luigi e soggiunse:--anzi fatemi il
piacere voi di avvertire il signor De Boni.
Lo speziale non pote trattenere un atto di meraviglia: la sua ciera
volpina si aguzzo alla piu viva curiosita.
--Le solite... intemperanze? sclamo tentennando il capo, benedetto
uomo quel De Boni!...
Ma le desiderate confidenze non venivano.
--Debbo metter io una buona parola? domando.
--Grazie, per ora e inutile, disse il curato, il signor De Boni non
disapprovera che Aminta resti colla zia. In caso verro io a chiedere
i vostri buoni uffici.
--Sta bene.
Lo speziale non era proprio fortunato quella sera: non ne indovinava
una. Indugio un minuto sulla soglia; finalmente, con visibile
malavoglia, usci.
Mansueta, chiusa ch'ebbe la porta, tornando a ritirare i bicchieri,
osservo:
--Egli e venuto per comprare,--e se ne va dal sindaco a rivendere.
Il giorno dopo fu segnalato da due grandi avvenimenti.
La mattina per tempo venne un messo del sindaco a recare le vesti di
chierico ad Aminta e a chiedere a Mansueta certe carte ch'ella
_sapeva_,--e ch'ella ricuso assolutamente di consegnare.
Poi, verso mezzodi, capito di nuovo lo speziale a parlar con don
Luigi.
Il colloquio duro a lungo.
Io ero nella mia stanza e la voce stridula
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