Mansueta, sollecita della salute del padrone, si recava sovente in
punta di piedi a spiare dal buco della serratura, ed ogni volta
tornava tentennando dolorosamente il capo.
Don Luigi passo tutte quelle ore ginocchioni pregando.
I di seguenti il sindaco passo e ripasso piu volte davanti al
presbiterio coll'aria provocante di un creditore inesorabile. Le sue
occhiate, volta a volta beffarde e furiose, causarono una quantita di
disordini.
Mansueta lascio due volte struggersi la cena sul fuoco. Il solo
appressare del noto passo la metteva in convulsione.
E la non poteva sapere qual nuovo genere di tortura colui avesse
potuto trovare, ma capiva che doveva essere formidabile dal contegno
di Don Luigi, che da quel colloquio in poi non aveva piu ricuperato la
sua calma e anzi diventava sempre piu inquieto e sofferente.
Pertanto io cominciavo a trovarmi a disagio.
Ero rimasto per riguardo a Don Luigi, e avrei voluto davvero essergli
utile in quel frangente di cui mi era ignota la gravita. Ma la sua
afflizione non pareva di quelle che si alleviano colle parole.
Il curato si manteneva stavolta chiuso con me come con tutti; noi ci
vedevamo appena all'ora solita e si capiva che malgrado tutti gli
sforzi egli non riusciva a dominare la cura segreta dell'animo.
Non volevo, al postutto, dargli soggezione.
XXV.
Erano le riflessioni ch'io facevo fra me tornando dalla Testa Grigia
dove avevo voluto arrampicarmi un'ultima volta. E la conclusione fu
ch'io avrei quella stessa sera chiesto congedo per l'indomani.
La serieta di questo proponimento mi fe' naturalmente rallentare il
passo. Una singolare tenerezza mi legava a quei luoghi. Le poche
settimane cola passate rappresentavano per me un lungo e notevole
periodo della mia vita.
Un villaggio e spesso un piccolo mondo che spicca sopra un orizzonte
immenso: quivi gli umili casi quotidiani hanno sempre per scena
l'ampia campagna, il cielo infinito.
Il terreno era umido per un primo nevischio caduto il giorno prima:
avanguardia delle grosse nevi che per allora stavano attendate sulle
cime del Sempione. Aveva fatto una splendida giornata, di quelle
limpide che reca il vento dalla montagna. L'aria, fredduccia, ma in
compenso tersa, trasparente, quasi sopprimeva le distanze.
Ero ancora lontano un quattro miglia da Sulzena e avrei detto di
arrivarci in un salto.
Giravo la gola di Fontanile e vedevo il villaggio rimpetto, un po'
sotto a me, indorato dai r
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