ome io stesso ne feci la prova molti anni di poi, era anzi
istintivamente disposto a riconoscere una certa superiorita nella
gente che avesse vissuto nella citta. L'attrattiva del mondo era
allora anche piu possente sulla fantasia dell'anacoreta. Riguardava
con uno sgomento d'ammirazione quella debole giovinetta che aveva da
sola attraversata quella vita che gli ascetici suoi maestri gli
avevano paurosamente descritta come un vortice divoratore.
Era una delizia inenarrabile il sentirla parlare dei suoi viaggi e
Rosilde, vedendo che cio lo divertiva, gliene parlava sovente.
Poco alla volta il racconto della sua vita teatrale venne a
frammischiarsi ai discorsi placidi dei primi giorni, e ad
interromperli sovente.
Don Luigi, affascinato, si dimenticava; si avvezzava senza volerlo,
senza accorgersene, a carezzare col pensiero, sulla fronte bianca,
sulle treccie bionde, sulle labbra rosee della bella narratrice, le
malie, gl'incanti ch'ella gli suscitava colle sue parole dinanzi alla
mente. Se qualche volta, sopraffatto dalle immagini lusinghiere,
chiudeva gli occhi, riaprendoli trovava dinanzi a se il sorriso
sereno, soave di Rosilde. E, infine, sorrideva egli stesso,--e, in
quel momento di debolezza, egli era vinto; il suo cuore, colto alla
sprovveduta, cedeva al fascino di quella bonta e di quella bellezza,
Ne l'uno ne l'altro aveva pronunziato mai la parola fatale; eppure
l'idillio era incominciato:--e la passione per un sentiero sparso di
fiori, molle di muschi trascinava la loro innocenza nei suoi abissi
profondi.
Oh se i loro cuori avessero conosciuto le cose per il loro vero nome:
se l'amore non si fosse celato per lei sotto le sembianze della
devozione, e per lui sotto quelle piu candide dell'amicizia, nulla
sarebbe accaduto.
Se don Luigi avesse dovuto lottare, o anche solo formulare
un'aspirazione, un desiderio... egli avrebbe arretrato impaurito; la
sua volonta allarmata avrebbe vinto. Ma nulla di tutto questo. Ella
offriva. egli non aveva che a chinarsi per accettare.
XXVIII.
A questo passo il mio amico ed io ci guardammo l'un l'altro ad un
tempo e un sentimento di incredulita e di sorpresa dovette trasparire
dai muti volti, poiche il dottore soggiunse con maggior calore:
--E strano; ma e cosi. Vorrei trasfondere in voi la meta della
convinzione profonda che il racconto di Rosilde mi ha dato. Vorrei
riprodurre un'ombra di quella sua eloquenza che un affetto senza
limiti le ispirava. E
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