o di merito e di
cuore, ad uno che l'aveva ospitata, che le aveva usato riguardo senza
esservi spinto ne dalla concupiscenza ne dalla vanita.
Pero fu con viva gioia ch'ella si accorse d'essergli cara.
Cio bastava al suo orgoglio e non aveva la pretesa ne di dare, ne di
ottenerne amore. Era troppo modesta per questo.
Certo ella non scandagliava troppo in fondo i proprii sentimenti, non
notomizzava con analisi soverchiamente rigorosa l'effetto che
produceva nel suo cuore lo sguardo affettuosamente grave di don Luigi,
il suo viso allora giovanile e incorniciato da ricche ciocche ricciute
di capelli nerissimi.
Ella ci teneva a non farsi illusioni,--e forse questa sua modesta
smania di realta era la piu grande, la piu generosa delle illusioni.
Pero ella non la smenti mai neppure con se stessa; se i desideri, i
timidi suggerimenti del suo cuore si levarono alla fine contro di essa
per dissiparla,--ella seppe vincerli, frenarli, farli tacere.
Ella non penso mai a calcolar sull'avvenire di lui e del presente non
prese mai che le ore di riposo: e quando si avvide che ella poteva
influire sul suo destino, nuocergli, ebbe il coraggio di....
Ma non precipitiamo gli avvenimenti.
Rosilde e don Luigi si vedevano dunque regolarmente tutte le mattine.
A quell'ora, dopo la messa prima, si faceva nel Presbiterio e nel
villaggio una gran pace. Il campanile dopo aver confidato agli echi
della montagna i suoi squilli di benedizione taceva. Baccio, svestito,
coll'abito di sacrestia, il sacro carattere delle sue funzioni, usciva
in campagna con tutta la sua famiglia. Mansueta attendeva al governo
del suo pollaio: governo assoluto, personale, faccenda di colossale
importanza.
Essi rimanevano soli in mezzo alla vasta e gioconda quiete
mattinale. Era giunta la primavera. L'aria olezzava di primolette e di
viole. Nei campicelli scaglionati sui clivi, una verzura pallida
annunziava colla lirica verginale delle sue tinte delicate l'epopea
splendida delle spighe d'oro.
In tanta gloria di cielo, in tanta serenita di paesaggio, i loro
colloqui erano tutti tranquilli e lieti.
Quantunque Rosilde avesse per don Luigi un grande rispetto, l'umilta
vera di lui, la sua repugnanza per ogni apparato. per ogni posa anche
la piu legittima della sua dignita, davano alla conversazione un tono
perfetto di uguaglianza. Schivo di tutte le affettazioni, egli non la
chiamava mai figliola e, neppure sorella, diceva senz'altro Rosilde.
Egli, c
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