e mormoro:
--Lo sapevo...
Mi parve intravvedere nel tono della sua voce subitamente risoluta,
una cosi profonda disperazione che mi sgomentai e per un pezzo non
seppi trovar parola.
Ma quando ella mi porse la mano per congedarsi le dissi con tutto il
calor dell'amicizia ch'io avevo per lei:
--Rosilde, badate ad avervi cura... promettetemi di aver confidenza in
me. Qualunque cosa vi occorra--ricordatevi del vostro amico.--Io
ripassero a prender vostre nuove.
Chino il capo distrattamente e ritorno indietro frettolosa.
Due giorni dopo ripassai da Sulzena e chiesi di lei: era sparita.
Ma prima che la settimana finisse una sera per un caso stranissimo,
fui dal sospetto di un tentativo funesto condotto in una casupola del
sobborgo qui di Zugliano e vi ritrovai Rosilde.
Ella s'era posta nelle mani di un'empirica per troncare le conseguenze
del suo fallo.
La rampognai vivamente. Ella per un po' stette chiusa, nego, ma le
vedevo la triste risoluzione negli occhi.
Mi incollerii e mi lasciai sfuggire qualche parola contro Don Luigi.
Allora, vedendo che io conosceva il suo segreto, mi si butto piangendo
ai piedi, e mi scongiuro di non tradirla, di rispettare la pace
dell'uomo per cui ella stava morendo.
--Egli non sa nulla, mi disse torcendosi le mani, non sa nulla..... io
sola..... io sola.....
E la piena della emozione le mozzava le parole.
Era angosciata; le chiesi perdono, la levai da terra, cercai di
calmarla, di dissipare i suoi timori, di farle coraggio, di prendere
con leggerezza la cosa.
--Giuratemi, disse, ch'egli ne altri non sapra mai nulla.
La guardavo sorpreso.
--Ella mi afferro le mani e mi guardo supplichevole in modo ch'io mi
affrettai a prometterle tutto quel che voleva.
Sedette, chino la testa stanca sul petto ansante e pianse lungamente,
angosciosamente.
Mi alzai.
Ella si riscosse, e mi prego di rimanere.
--Debbo dirvi, soggiunse, com'e stato, voi non dovete sospettare che
di me.....
Allora ella mi narro le deplorevoli vicende che erano seguite dopo il
nostro ultimo colloquio sulla strada del Fontanile.
Gia da alcuni giorni ella aveva avuto presentimento della
disgrazia. Le mie parole le avevano tolto le ultime illusioni.
La buona creatura, al primo affacciarsi della terribile certezza,
aveva subito pensato:--che si dira di lui?
Ella non si inquietava di se, della sua vita, della sua salute, ma
della riputazione di lui--povera martire!
Ella che aveva
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