zioso. Non
era indifferenza, ma noncuranza volontaria e ostile.
Notai che molte finestre erano socchiuse, altre semiaperte; ma non
vidi una sola porta aperta.
Entrammo nella farmacia. Il ferito era disteso sopra un pagliericcio:
coperto di cenci insanguinati: il capo chino sulla spalla sinistra, la
bocca intrisa di bava nerastra.
Il dottore De Emma s'inginocchio e appresso l'orecchio al cuore del
giacente.
Batteva ancora.
Le donne dello speziale immobili assistevano con glaciale curiosita
alla visita, e guardavano il ferito come se fosse stato un sacco di
noci.
Il signor Bazzetta ritto in mezzo a un mucchio di bende, di fiale,
enumerava al medico le operazioni da lui praticate, e vi aggiungeva
coll'usata garrulita le sue diagnosi e le sue prognosi.
Il dottore ordino a tre omaccioni, dipendenti del De Boni, che
l'avevano soccorso, di sollevarlo nel pagliericcio; e lo fece recare a
casa.
Ci andai anch'io.
Bisogno picchiare un quarto d'ora di seguito perche la fantesca si
decidesse ad aprirci.
Deposto che fu sul letto, il dottore esamino attentamente il ferito:
aveva il petto, la schiena, il collo tempestati di trafitture larghe e
profonde. Viveva ancora, ma per morire in breve.
Appena gli astanti intesero la gravita del suo stato, sfumarono
tutti. Anche la serva, donnaccia ributtante colla quale, dicevasi, il
De Boni viveva maritalmente, disperando della ulteriore liberalita del
morente, fatto fagotto delle robe sue o non sue, se n'ando senza
neppur volgergli uno sguardo.
Rimanemmo noi due col signor Bazzetta che, pratico della casa, aiuto
il dottore a trovare le cose necessarie alla medicazione.
Finito ch'egli ebbe ci sedemmo a quel desolato capezzale. Lo
spettacolo di quella triste esistenza, che si spegneva in cosi
profondo abbandono, in cosi cupa solitudine di affetti, era cosa da
stringere il cuore.
E nella lugubre solennita di quel momento mi ripugnava la calma del
dottore: non potevo levarmi dalla testa, che, unico al mondo, egli
avesse dei torti verso quello sciagurato.
Il farmacista non poteva rimaner silenzioso un pezzo: la sua cinica
loquacita era ributtante. Egli discorreva delle cose piu indifferenti,
narrava storielle come fossimo a veglia dinanzi a un tavolo
d'osteria:--e, se volgeva la sua attenzione al moribondo, era per
biasimarne la condotta, il carattere e sopratutto la caparbieta nel
non dar ascolto ai suoi vantati consigli.
La sua voce ineguale, garrula era acc
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