elle
mandre dall'alpe.
Alcuni giorni dopo scende da tutti i sentieri della montagna un
malinconico concerto di squilli: si direbbe che si suoni a stormo
contro il gran nemico, l'inverno.
Poi succede un vasto silenzio; il gorgoglio del torrente si fa piu
cupo, piu roco: le vette vicine si mettono il cappuccio grigio:--e
vien giu un'acqueruggiola diacciata che spicca dagli alberi l'ultime
foglie, gli ultimi boccioli dischiusi alla fallace lusinga di un
estremo sorriso di sole estivo.
Qualche turchiniccia falda di fumo che si solleva quetamente e il solo
segnale di vita che resti in quel morto paesaggio.
Il mio ospite non aveva voluto consentire ch'io partissi e, veramente,
era riuscito a trattenermi senza troppa fatica. Desideravo tanto di
conoscere la vita montagnola nell'inverno: non potevo augurarmi
occasione migliore di soddisfare il mio capriccio.
Poi ci avevo preso gusto a tutto quello strano viluppo di casi in cui
mi ero imbattuto. Mi pareva di partecipare a uno di quei fantastici
romanzi tedeschi sul fare del _Wilhelm Meister_, dove i piu gravi
avvenimenti si succedono e si accumulano sotto le apparenze di una
quiete profonda. E lasciavo che giorno per giorno si accumulassero
nella mia mente queste memorie con una delizia che dispero di
trasfondere nell'animo dell'amico lettore (seppure ho dei lettori
). Ohime i sentimenti che allora provavo cosi intensi, stesi sulla
carta si mutano in vecchio e gelido convenzionalismo! Gli e che in
molte cose si sente tutti ad un modo.
Il cattivo tempo mi aveva costretto ad interrompere i miei studi dal
vero.
Passavo le ore a discorrere con quei di casa oppure nella mia stanza,
davanti alla finestra a guardare giu distrattamente in fondo alla
valle dove, talvolta squarciandosi la densa cortina di vapori che
chiudeva l'orizzonte, vedevo le campagne lontane dipinte a mille
colori dal raggio del sole autunnale.
Finalmente s'era deciso che Aminta sarebbe entrato al liceo e don
Luigi aveva pensato di collocarlo presso un professore di Novara suo
conoscente, perche lo preparasse all'esame di ammessione. Il tempo
stringeva; e dovetti, con vivo rammarico, separarmi dal mio novello
amico.
Il curato lo condusse egli stesso al suo posto. Partirono una mattina
verso la meta di settembre.
Io, schivo di prolungare la tortura delle separazioni, preferii
salutarlo e rimanere a Sulzena.
Piovve tutto quel giorno.
Per ingannare il tempo mi diedi a frugare nello studio
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