cordai di riferirgli la promessa data ad Aminta.
Pero egli mi tradi subito involontariamente. Non si tosto, rientrando
in casa, ci imbattemmo nel giovinetto, gli corse incontro, lo prese
sottobraccio e avviandosi verso lo studio, gli spiattello senz'altro
quanto sapeva sul conto suo, e si affretto a rassicurarlo dichiarando
che, essendosi incaricato del suo avvenire, non solo non intendeva
fargli violenza, ma sentiva l'obbligo di aiutarlo a cercare una
carriera che fosse interamente di suo genio.
Infine Aminta mi fu riconoscente di avere precipitata questa
spiegazione tanto temuta e cosi insperatamente gradevole.
Dapprincipio il poveretto non osava quasi credere alle proprie
orecchie: poi rimaneva interdetto: provava una terribile soggezione
del suo successo.
Passammo una gioconda, una deliziosa serata. Si fecero i piu lieti
pronostici e i piu vari disegni per l'avvenire di Aminta.
Anche Mansueta fu chiamata a intervenire nella conversazione. Ella, a
dir il vero, ci teneva moltissimo alla ordinazione del nipote. La
povera vecchierella non conosceva nel mondo nulla di piu augusto che
il rocchetto sacerdotale. Per lei i gradi ecclesiastici erano le
anella di una catena che legava il mondo al paradiso e doveva finire
in mano a Dio addirittura, Ma l'autorevole parere di don Luigi bastava
a dissipare tutti i suoi scrupoli.
Alla fine si risolvette che non si risolverebbe nulla prima di sentire
anche il dottor De Emma,
Chiarite cosi le cose, la vita al Presbiterio si fece piu intima e
confidente. Io, come intermediario, partecipavo alla gioia comune.
V'era pero una nube in tanta serenita, una nube minacciosa di arcane
tempeste: il contegno di don Sebastiano.
Era divenuto piu molesto che mai nella nostra piccola comunione
d'anime. Diveniva ogni di piu arcigno ed asciutto. Io che solo avevo
il diritto di infischiarmene, gli avevo posto nome don Incubo,--ma
m'inquietavo pei miei amici.
Il vicecurato con don Luigi e con me non parlava mai neppure
indirettamente di Aminta.
Pero era certo ch'egli era informato di cio che succedeva,
Mansueta ci aveva riferite alcune buie parole dette da colui riguardo
al nipote, dalle quali si arguiva ch'egli disapprovava vivamente il
progettato mutamento.
Ma non badavamo troppo a lui.
Uno di quei giorni venne il dottor De Emma, espressamente invitato da
don Luigi, e si tenne al Presbiterio una specie di consiglio di
famiglia al quale presi parte con voto consultivo.
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