caso, tutto quell'imbroglio,
non fosse un sogno: non aveva piu incontrato ne il sindaco, ne il
Bazzetta.
Non vedevo che i miei ospiti. Sempre gli stessi volti, sempre le
stesse cose, alle stesse ore. In quella dolce uniformita di abitudini
nessun altro avvenimento che qualche nuovo piatto, qualche torta di
pomi, qualche nuovo guazzetto di Mansueta,
Faceva la mattina di buon'ora grandi passeggiate pei monti,
m'inerpicavo sulle vette circostanti, mi ficcava in tutti i burroni,
in tutte le macchie; felice se riuscivo a scovarne qualche immagine,
schiva dei sentieri troppo battuti, o qualche rima discreta.
Avevo anche ripreso i miei studi di pittura. Nel pomeriggio, appena
scemava un po' il caldo,--scendevo colla mia cassetta alla cascata
dove avevo trovato un motivo eccellente d'alberi e di rupi.
Qualche volta il curato veniva a raggiungermi, a vedere "se il dipinto
andava innanzi"--ma veramente la sua presenza non giovava punto a
mandarlo innanzi,--perche quando arrivava lui si cominciava fra una
pennellata e l'altra a discorrere,--ed erano piu i discorsi delle
pennellate. Il lavoro era un comodo pretesto di star la seduti fino a
che il sole scendeva giu in Valsesia.
In casa mi dava soggezione la presenza di don Sebastiano, il
vice-curato,--il quale, secondo l'usanza, partecipava sempre alla
mensa del presbiterio. Egli non mostrava troppa simpatia per don
Luigi; e il torto era tutto del suo carattere arcigno, del suo spirito
gretto e farisaico. Quel testimonio freddo, impassibile, insensibile
pareva fatto apposta per impedire le cordiali confidenze.
Nella solitudine della cascata, i nostri discorsi erano molto piu
intimi.
Si parlava di molte cose, ma piu soventi di filosofia, di arte, di
letteratura; egli non aveva ipocrisie, non si adontava s'anche cadeva
nella conversazione il nome di un autore o di un libro messi
all'indice dalla Romana Congregazione.
Confesso che soventi ce li facevo cadere io apposta, e, per quella
curiosita che v'ho detto, lo guardavo di sottecchi per sorprendere sul
suo viso gl'intimi sentimenti del cuore.
Nella letteratura moderna egli s'era fermato a Byron e a
Chateaubriand, e del primo non aveva letto che il _Child-Harold_. Gli
parlai del _Don Giovanni_. Poi, man mano gli feci gustare gli scritti
piccanti degli autori piu recenti: di Victor-Hugo, di Theophile
Gauthier, di Heine, di cui avevo piena la mente.
Se gli domandavo le sue impressioni,--mi rispondeva schietto, anz
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