la valle fino a Zugliano.
Era quella la mia meta: la riconobbi subito dalla quercia fronzuta che
spiegava maestosa nel mezzo i suoi rami sopra gli avanzi di una
casupola bassa abbandonata come se ne vedono tante in montagna, specie
di covo umano da cui il bisogno o la morte ha snidato la vita.
Malgrado il suo nome prosaico di Carbonaia il luogo e delizioso: vi
cresceva un'erbetta minuta e d'un bel color chiaro chiazzato a lunghe
zone di menta fiorita. E remoto ed aperto nel tempo stesso. Lo Strona
lo difende da una parte, e un inaccessibile burrone dall'altra: una
macchia fitta di castagni cresciuti rigogliosi dalle ceneri degli
antichi forni permettono di spiare non visti tutti i sentieri che
scendono dal monte e salgono dalla valle.
La dimora che ha servito ai carbonai e deserta da molti anni; la
natura ha preso possesso di quella rovina. L'ha coperta di muschi
d'edera: ha riempito tutte le fenditure coi capelveneri e colle
felci,--tuttavia essa puo servire di riparo contro un temporale
improvviso.
Come mi aveva detto lo speziale, non era un fondo fruttifero; il
godimento quasi del tutto nominale di esso era da tempo immemorabile
lasciato alla parrocchia, cioe ai poverelli che nel nome di lei ne
ricavavano qualche pugno d'erba l'estate e qualche fardellino di legna
l'inverno. Ma il sindaco pretendeva rivendicarlo per antico dritto di
proprieta non mai abbandonato che precariamente dal comune,--e
coonestava l'animosita col progetto di farvi passare una viottola
assai incomoda del resto che dalla strada provinciale, che saliva al
di la della Strema, mettesse direttamente senza passar in paese alla
frazione di Fontanile, le cui case si vedevano in fondo accovacciate
in una piega del monte e non giustificavano davvero colla loro
importanza quella singolare premura sindacale.
Inoltrandomi fra le macchie, scoprii don Luigi.
Era seduto dietro la casupola sopra un grosso ceppo di castagno
coverto di muschio; teneva la fronte bassa appoggiata al dosso della
mano e aveva le guancie rigate di lagrime.
Non si accorse di me.
Ebbi rimorso di averlo spiato.
Per salvare almeno le apparenze, mi rivolsi indietro pian piano e,
quando mi fui allontanato convenientemente, mi posi a cantarellare ad
alta voce per metterlo sull'avviso della mia presenza.
Egli mi richiamo per nome.
Quando tornai da lui, s'era ricomposto, ma senza ombra di
dissimulazione. Mi die uno sguardo di amichevole confidenza, mi prese
la mano e
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