a canzone che era in gran voga a quei
tempi.
Mi sentivo triste, una indicibile malinconia mi circondava come un
abito bagnato.
Dissi al farmacista:
--Non incomodatevi piu a lungo; il pranzo del sindaco vi aspetta, ci
rivedremo stasera.
Non se lo fece dire due volte.
--A stasera, ripete, dandomi cordialmente la mano; e svolto per un
viottolo.
Ma era stabilito dal destino che in questo giorno io non potessi
starmene solo co' miei pensieri.
Inciampai in due bambini, accocolati sulla soglia del presbiterio.
--La signora Mansueta, mi disse il piu alto dei due, o dorme o non ci
vuole aprire. E il papa che ci ha detto di venire, e che e su dal
signor curato?
--Suona un'altra volta, disse il piu piccolo.
Suonai io, e Baccio fu tosto ad aprirmi quella memorabile porticina.
--Oh! bravi ragazzi, sclamo: siete aspettati. Su, su, Don Luigi vi
vuol vedere.
E, mettendo un dito sulle labbra coll'aria di un cospiratore, mi
sussurro all'orecchio:
--Sono gli orfanelli della povera Gina; non sanno che la sia morta; ci
pensera Don Luigi--intanto il pranzo e preparato.... Resti
servito....
--Come sta il signor curato? Si puo vederlo?
--S'immagini; le fara un regalo.
E il buon uomo mi condusse fino all'uscio della camera del curato.
--Non le faccia parola del sindaco, mi disse, e si accommiato.
I due fanciulli ci avevano seguiti ed entrarono nella camera con me.
Il povero vedovo sedeva presso il capezzale dell'infermo, e pareva
moribondo.
Vedendo i suoi figli, ebbe uno strano gesto; ma si contenne, a un
cenno del curato che continuo il discorso interrotto, dopo avermi
salutato.
La sua voce era debole, ma lo sguardo lampeggiava. Aveva in mano la
bibbia e ne cadevano rose.
--Stammi attento, amico mio, mio buon Beppe. La tua sciagura e
terribile, la capisco e l'ammiro. L'ammiro perche quella tua povera
Gina, morendo, ti ha fatto migliore. Guarda un po' quei due
fanciulli, Beppe!... Sono la sua eredita; non beverai piu l'aquavite
quando scoccano le sei del mattino--(non farmi la brutta cera)--la
bevevi, quotidianamente. Lavorerai dippiu; sentirai come sia dolce
il vivere coi morti...
E piego la bella persona verso i due fanciulli.
--Non ditele che e morta la loro mamma; la mia Mansueta ci pensera a
prepararli....
Il buon Beppe mormoro:
--Grazie, signor curato.
Ma singhiozzava angosciosamente.
--Ho invitato al mio desco questo caro Beppe coi suoi due fanciulli;
volete tener loro
|