amico
Bazzetta...
--Pur troppo! sospiro quella pertica alzando gli Occhi al
cielo. Dietro di lei si udi un sospirone.
--Diavolo! non potei a meno di esclamare, perche mi dice "pur troppo?"
--Oh! se sapesse!...
--Oh! se sapesse! disse l'altro coso di dietro.
--Non so nulla, diss'io.
--Lo sapra.
--Sapra, disse l'altra di dietro,
E quella davanti:
--Si accomodi, mostrandomi una seggiola.
Mi accomodai.
Allora la faccia della signora Bazzetta divento terribile.
Aveva sposato quell'uomo come si sposano tutte le zitelle in
ritardo.--Le avevano detto: ha _del ben di Dio_, cio che in volgare,
significa "_ha quattrini_" quanto a dimostrarle che era un bell'uomo,
sarebbe stata pena sciupata. Bazzetta a trentacinque anni, era il piu
bel giovanotto che si potesse vedere nei paraggi di Zugliano.
--Le dico, continuo la signora Placida (si chiamava con questo nome),
le dico; pur troppo! e lo ripeto!
E l'eco echeggiava:
--Sicuro, certamente, sicuro!
La megera poso il suo formidabile naso fra i miei baffi incipienti, e
sussurro.
--Se sapesse!...
--Per tutti i santi del paradiso, diss'io, che cosa mi resta a
sapere??
--Bazzetta e un birbone; mi fa tante corna quanti ho capelli in testa;
e uno sfaccendato.
--...ato, ripeteva la fanciulla.
--E vi ha contata la storia del medico e del signor sindaco a modo
suo...--e un birbone!--Beve come una spugna! Oh! che uomo!
-..... Omo!
--E--continuava la signora,--il piccolo Ignazio, l'abatino che pranzo
ieri con voi, e figlio spurio del sindaco--e questo non ve lo ha
detto, e sua madre era la sorella di Mansueta.... e il signor de
Emma....
--Zitta! sclamo Ermenegilda, additando l'impennata della farmacia.
Bazzetta riapparve.
--Ho dimenticato l'astuccio dei zolfanelli.
E fulmino con uno sguardo tale la signora Placida e la signorina
Ermenegilda.... che in men di un baleno scivolarono e scomparvero
dietro l'uscio da cui erano uscite.
--Vi accompagno fino al presbiterio, disse Bazzetta offrendomi il
braccio.
E ci incamminammo.
XIV.
Che bella sera, che tramonto fatto per i pittori e per i poeti!
Il paesaggio appariva e non appariva.
Le forme incerte somigliavano a nubi; nubi che cambiavano i profili e
i colori ad ogni batter di ciglio.
Il presbiterio era immerso in una nebbia diafana, inargentata dalla
luna.
Cantavano le cicale e cantavano i grilli. I prati erano costellati di
lucciole, e Bazzetta zuffolava un
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