r Bastiano Malignoni di
Monza.
Nel passare sul battello dimentico` d'essere un uomo alto e urto` il suo
cappello nuovo, incatramato, d'un bel taglio tutto monzese, contro un
voltino, facendovi dentro un'ammaccatura a triangolo, che egli
portava, senza saperlo, con una certa dignita`.
Prima ancora d'arrivare a Torno, ebbe un battibecco col revisore dei
biglietti, perche` gli sposi avevano in fallo occupati i primi posti
coi biglietti dei secondi: fatto sta che il signor Bastiano dovette in
faccia a tutti i signori e a tutte le signore inglesi pagare una
differenza, arrossendo fino alle orecchie, come s'egli avesse avuto
intenzione di non dare a Cesare quel ch'e` di Cesare.
Spiego` poi l'abbaglio a Paolina, dimostrandole come sui "bastimenti
d'acqua" quel che e` primo per i vagoni di terra diventa ultimo, e quel
che ivi e` ultimo qui diventa primo, precisamente come vedremo nella
valle di Josafat, il giorno del giudizio universale.
Paolina, la sposa, stava zitta, come se non gliene importasse, e
continuava a girare sopra se` stessa in contemplazione di tutto lo
spettacolo che aveva intorno, voltando per caso un poco di spalle al
marito.
Essa vestiva un abito povero, povero, color ferro brunito, ma la sposa
di provincia la si conosceva all'oro giallo della sua guarnizione, al
cappellino col pettirosso schiacciato in un angolo, cinto da una gran
veletta celeste, che svolazzava, stridendo e folleggiando sulla testa,
sulle guancie, pallide, e sul collo, con vibrazioni serpentine.
Il sole dopo uno svolto, la investi` in un momento che Bastiano
risaliva il ponte, talche`, in vederla, gli parve che al luccicar delle
gioie e al contrasto del sole sulla veletta, ella si accendesse come
una fiamma di spirito di vino. Gli parve anche di essere alto come il
monte Bisbino, che stavano girando, e che non bastasse ancora a
contenere tutta la sua felicita`.
Paolina era la prima in trentasei anni di vita che egli aveva amato, o
almeno la prima, sulla quale avesse voluto fondare un pensiero con
qualche conclusione; e a vedersela ora davanti, a due passi, "bella
come una rosa" il signor Malignoni non invidiava nessuno de'suoi
vicini, nemmeno quell'inglese o americano, che da una mezz'ora andava
contando monete d'oro e d'argento.
--Sei contenta?
--Si`, un po' freddo.
E si stringeva in uno scialle scozzese, come se volesse farsi poca e
sparire.
--Hai fame?
--Nulla.
--Io ho fame.
--Io no.
--Vuoi che andiam
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