la
mattina di Natale portarle un mazzo di fiori secchi, o un nastro
ricamato. Quest'anno l'ora era un po' tarda, ma la sua mamma l'avrebbe
ricevuta.
Attraverso` le vie deserte del paese: conobbe la strada del camposanto;
spinse il cancello, che cedette.
--Essa m'ha aperto,--mormoro` la Gina.
Traverso` il piccolo campo, finche` vide una croce di legno,
mezz'arrovesciata nella neve; ne sbarazzo` le braccia, e cadde giu`,
esclamando con uno schianto:--M'han detto di venire da te, mamma.
E piangendo cerco` di chiederle perdono; si attacco` al legno con una
stretta affettuosa di chi sente un cuore vicino, che risponde al suo.
Poi chiuse gli occhi, per dormire accanto. La neve cadde alta tre
spanne quella notte e tutti dicevano che avrebbe fatto bene alla
campagna.
STORIA DI UNA GALLINA.
Vivevano una volta due vecchi sposi. Egli non si chiamava Taddeo, ma
Paolino, ed essa, la signora Brigida, buone anime entrambe. Il sor
Paolino lavorava in canestri e la moglie in raggiustare le calze; dopo
trent'anni, si volevano bene come il primo giorno di matrimonio, anzi,
invecchiando, miglioravano nell'amore, come il vino nelle botti
suggellate. Se il Cielo mi concedesse tanto buon tempo che io potessi
raccontare giorno per giorno la vita del sor Paolino, e della sora
Brigida, crederei di giovare col mio libro a' miei simili, ben piu` che
con un trattato di meccanica celeste: perche`, dopo tutto, l'amore e la
benevolenza sono il pernio, sul quale la ruota del mondo gira senza
stridere. Ma poiche` questa consolazione non mi e` concessa dalle
circostanze, raccontero` almeno in quest'occasione del santo Natale un
episodio della loro vita, che fara` piangere, io credo, tutte le anime
sensibili. Beato chi piange, e una lagrima, dice un libro chinese, e`
piu` grande del mare.
Dopo l'esperienza fatta negli anni passati e sempre in loro danno, i
nostri buoni vecchietti eran venuti entrambi del parere di allevare in
casa una gallinetta, per vederla crescere sotto i loro sguardi
all'avvicinarsi di queste ultime feste dell'anno, togliendo cosi` il
pericolo, tanto comune oggidi`, di dover mangiare una cosa per l'altra
o fors'anche una porcheria. E poiche` sono sull'argomento, si sa
oggimai che, se tutte le lepri, che si mangiano all'osteria potessero
parlare, i topi non starebbero a sentirle; come, per altra parte,
accade spesso a qualcuno, mentre siede col suo pezzo di manzo sul
piatto, di vederselo scappar via al suono d'
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