penso che passeremo
un brutto Natale; pazienza, senza i soliti regali! ma avremo la
collera e la discordia sedute nel cantuccio del camino.
Mio fratello Enrico, un mese fa, si e` bisticciato aspramente col
babbo. E` un ragazzo vivo, di primo impeto, che avrebbe bisogno di una
mano vigile che lo tenesse in briglia, ma preso di fronte si impenna
come un cavallino selvatico. E` sempre cresciuto a caso, senza la
mamma, fra le governanti, i servitori, i maestri, i collegi buoni e
cattivi, e quantunque il suo cuore sia affettuoso e generoso, e`
tuttavia sfrontatello e tenace nella sua volonta`.
Da qualche tempo (oggi ha vent'anni) s'e` dato alla vita gaia e
svagata, e l'altro mese ha perduto per la prima volta ottocento lire
al gioco.
Mio padre dice che il gioco e` una passionaccia che fa perdere l'anima
e il corpo, e, per troncare il male alla sua radice, non solo si e`
rifiutato di pagare questo suo debito d'onore, come lo chiamano, ma ha
inveito contro il ragazzo con tali parole da far paura a un uomo di
sasso; Enrico rispose con qualche insolenza. Il babbo gli indico`
l'uscio, l'altro se ne ando` pallido d'ira e di vergogna, e da un mese
non e` piu` tornato in casa.
Con questa spina nel cuore noi ci prepariamo alle feste di Natale. So
che Enrico e` andato in campagna col marchesino d'Etzio, suo compagno
di collegio, ma non so come se la passi. Il babbo e` torbido,
concentrato, colla fronte piena di rughe.
Che giornate, mio Dio, che brutte ore passiamo! Quante volte ho
pregato l'anima benedetta della povera mamma, perche` guardi sulla sua
casa! Non ho mai pensato che nella vita potessero scendere giornate
cosi` buie. In casa mia son sempre stata il frugolo, il cucco, la
bambolina, il tesoretto di tutti, specialmente del babbo e dei
fratelli che mi vogliono bene, anche quando mi tormentano per la mia
_erre_ mozza, che a me pare cosi` bella e aristocratica.
Enrico suol dire che mi vuoi bene piu`. che al suo Flick e non e` poco,
perche` il suo Flick mangia con lui nel medesimo piatto e dorme nel suo
letto. Enrico, Arturo ed io siamo sempre stati tre ragazzi distratti e
spensierati, pei quali la vita non e` che un gioco. Quando si hanno due
belle case, sei persone di servizio, tre cavalli in istalla e i mezzi
per soddisfare oltre ai bisogni i capricci, e` naturale che una
ragazzina creda che la vita sia una bella commedia e che le sia
toccata la parte di prima donna.
Ma da qualche tempo io comincio a considera
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