l coltellino
d'argento, spiego` la carta che l'involgeva. Era una cassettina
rettangolare, di legno di pino, come si usa per i pettini, rustica,
bianca con su scritto: Alla sposa.
Isolina l'apri` con quella viva curiosita` che eccitano le cose
misteriose. Vide una lettera, e sotto dei frastagli di carta a vari
colori, con riccioli d'oro, e piu` sotto, uno strato di crusca.
--Segretario, legga lei la lettera,--disse Isolina senza guardarla.
Il segretario lascio` via il sonetto, prese l'altro foglio e con quella
medesima intonazione, a cui aveva gia` preparata la bocca....
Diro` prima che l'attenzione degli astanti era stata richiamata sulla
cassettina dal vedere Isolina che vi rimestava colle mani, e ne traeva
della crusca, ponendola di mano in mano sul piatto assieme ai
confetti.
Il segretario lesse dunque, anzi declamo`: "_A Gaspare Carpigna,
lettera dell'altro mondo_".
A tutti parve una frase comica e pazza fatta per ridere; chi rise, chi
alzo` la mano, chi il bicchiere.
E il segretario, distratto come un'oca e colla testa piena di fumo
continuo`: "_Carpigna, alla dote di tua figlia aggiungi anche la
collana di Battistino dell'Oro_".
Tutto cio` fu letto come un sonetto, nel tempo che l'Isolina colle
manine bianche e piene di diamanti traeva dalla crusca una cordicella
nera, grumosa, grossa come il suo dito mignolo, lunga come una vipera
comune, che, inorridita, lei lascio` cadere, che parve proprio una
biscia morta. Getto` un grido, storcendo la bocca, alzando le due mani
colle dita rigide, adunche, mentre un silenzio profondo, un silenzio
brutale, un silenzio di ghiaccio sottentro` alla festa, e cento occhi
bianchi, cento occhi gelati si fissavano sul viso incartapecorito del
signor Gaspare. Un buffo d'aria storto` le fiamme delle candele.
La sposa fu portata via. Quando andarono a risvegliare dal suo
deliquio il signor Gaspare, ch'era rimasto colla pupilla di vetro
sulla biscia morta, gli trovarono le mani fredde, i piedi lunghi e la
bocca piena di sangue. Soltanto i capelli parevano vivi sul capo.
Intanto sull'alto picco della Zeda, un contrabbandiere sfidava il buio
fischiando, cantando
Sposettina, vien con me....
NEI BOSCHI.
Chi non conosce i boschi dell'alto Milanese, detti boschi di Saronno,
di Mombello, di Limbiate, puo` immaginare una stesa di selve, sopra un
terreno disuguale, una volta incolto e oggi piantato a pini silvestri
e a qualche rovere, che e` quanto la ter
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