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o corpo, tanto le vesti le scappavano giu` e i capelli si irritavano sul capo come lische. E intanto correva per le vie il santo Natale, caro ai bambini, a suon di piva, circondato il capo d'edera e di muschio; ogni masserizia era pulita e benedetta: ogni piedino aveva le sue calzette di lana, bianche o a liste di colore; s'imbandivano le mense accanto al fuoco, dove bruciava il lauro, spandendo un profumo di presepio e di Betlemme. V'era della gente al mondo, felice per un cavalluccio di legno scoperto in una scarpa, e delle barbe grigie, che piangevano di gioja per due righe di rampini, scarabocchiati e dedicati al nonno. Perche` la felicita` e` per se` stessa una cosa leggera e porta in alto il cuore che sa contenerla. --Gina!--grido` la voce della vecchia dal fondo della scala. Gina era fuggita. Scivolo` al bujo dalle scale, corse pel vicoletto, scappo` via, mentre accendevano i primi lampioni. Non nevicava, ma tanta era stata la neve caduta sui tetti, sui campanili, sugli abbaini, che la citta` pareva li` per perdere il respiro. Per la lunghezza delle vie, e per le piazze profonde, le flammelle del gas, fatte rossigne, si stringevano in se`, come se temessero pure di dover morire di freddo; poche, frettolose, le persone rasente ai muri; dagli archi delle botteghe chiuse, dalle finestre delle osterie, dalle case, traspariva quella luce velata e calda, che ha dentro di se` il fumo delle pentole e la ciarla della gente allegra. Volto` per via Larga; di la` pel corso, verso porta Romana, dov'era la strada per la Ghiacciata. Sperava di arrivarvi in meno d'un'ora, non in carrozza, come sei mesi fa, quando era partita, non fra due filari di pioppi verdi, ma con un santo orgoglio, che la sorreggeva, che le riempiva gli occhi di lumi: al di la` dei lampioni, oltre i gabellini, oltre la cerchia delle mura, che la serravano come l'anello d'una ruvida catena, anche in mezzo alla neve, alla nebbia, ai fossati, alle pozzanghere oscure, rasente ai cimiteri, la Gina vedeva la liberta`; fuggiva, come se dietro i suoi passi corressero proprio ad inseguirla, e, voltandosi, guardava con spavento la mole confusa e nebbiosa della citta`. Presso i bastioni si trovo` quasi perduta in un campo di neve. Le guardie, in un cantuccio del dazio, stavano scaldandosi intorno a un braciere, discorrendo sottovoce con aria di malcontento: al di la`, quando cioe` la Gina ebbe varcate anche le case del sobborgo, si trovo` nel deserto addirittura,
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