o della povera Nina,
che s'immaginava quasi d'averlo ammazzato.
Due giorni dopo questi fatti alcuni compagni corsero a casa mia ad
avvertirmi che avevano arrestato Branchetti, il direttore del
_Trovatore_ e che la polizia era in cerca di me. Non era il caso di
stare ad aspettarla.
Le guardie entrarono in casa mia e sequestrarono le carte, le robe, il
flauto. Padova non era piu` aria buona per me: e per non aspettare di
peggio, la notte stessa presi la strada del confine.
--Era anche questo un intrigo di Franzon?
--....Colto nel segno! Coll'ingegno che natura gli ha dato, egli aveva
saputo dimostrare alla polizia centrale di Venezia che a Padova si
congiurava contro l'ordine costituito e che un branco di giovinastri
mazziniani nelle conventicole del _Trovatore_ inneggiavano all'Italia
sotto l'allegorico nome di Nina,
--Che talento! Non poteva vendicarsi con piu` spirito. E come fini`?
--Fini` che, morto Malgoni e venuto al mondo, sei mesi dopo il
funerale, un bel maschietto, la povera Nina trovo` ancora della sua
convenienza di andare a Venezia e d'acconciarsi in casa del suo nuovo
padrone e tiranno; il quale qualche tempo dopo trovo` della sua
convenienza anche lui di sposare la vedova e tirarsi in casa quel po'
di ben di Dio che Malgoni le aveva lasciato sul testamento. La siora
Nina dev'essere morta qualche tempo prima che entrassero gli Italiani
in Venezia.
--Bella storia! e Franzon?
--Franzon sano, robusto, vispo come un pesce, di trionfo in trionfo,
oggi e` diventato una mezza illustrazione della scienza europea. Si
dice che alla prima infornata abbiano a farlo senatore.
--....E` naturale! Non son piu` i tempi dei tedeschi.
GINA.
Man mano che il Natale, col suo regalo di neve, si avvicinava, si
facevano sempre piu` spaventosi i rimorsi di quella ragazza: perche` la
sua mamma poveretta, era morta appunto una mattina di Natale, mentre
la Gina non toccava ancora i nove anni, e il pensiero della mamma,
anche in mezzo alle piu` sciocche vanita` della vita, aveva sempre
conservato per la giovane un certo qual profumo, come di fiori
d'altare. Oggi, passati molti anni da quel giorno, la Gina aveva
abbandonata la casa paterna, per venire a cercar fortuna in citta`.
Giunta a Milano col canestrino di fiori, perche` era bella, se l'erano
messi d'attorno i giovinotti e uno fra' tanti che l'aveva tentata,
pareva che le volesse bene; cosi` almeno egli giurava sempre,
toccandosi colla mano il posto del cu
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