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on e mica ch'io abbia parlato per me.... --Oh! osservo don Luigi, chi mai potrebbe pensarlo? E mi die un'occhiata di una furberia che, su quei lineamenti fatti per la serenita e la dolcezza, era proprio impagabile. I discorsi, durante il pranzo, furono molti e svariati; io, come nuovo arrivato e come cittadino, ne dovetti naturalmente far le spese maggiori. Le domande fioccavano, ne a tutto potevo rispondere. Don Gaudenzio era stato in seminario con un tale abatino pieno di talento e a cui i superiori preconizzavano una carriera delle piu luminose. Egli voleva sapere da me che cosa ne fosse avvenuto. --Don Ambrogio Marzocchi? Non lo ho mai sentito nominare. --Pare impossibile! Un giovine di tanto talento. Eppure, scusatemi.... --S'immagini.... --Scommetto che adesso e almeno almeno canonico del duomo. --Sara benissimo. Don Gaudenzio non mi guardo piu che con aria di suprema compassione. E fui subito dall'organista che con una voce da donnicciuola malata mi chiedeva se i cori della cattedrale milanese fossero composti di maschi o di femmine. --Maschi, signor Prosdocimo. --Pare impossibile: li ho sentiti una volta sola, da ragazzo, all'epoca dell'ingresso dell'arcivescovo Romilli, e avrei giurato..... --Ci sono uomini che hanno la voce dell'altro sesso; rari si, ma ci sono.... mormoro il farmacista. E ghignava sotto i baffetti. Due commensali non apersero bocca, L'uno era don Sebastiano, il vice-curato, l'ombra di quel quadro luminoso di giocondita, un certo coso incoloro, insipido, insignificante (ed altre negative in _in_), del quale per dare un'idea giusta bisognerebbe poterlo descrivere senza dirne nulla. L'altro, un giovane abatino, pallido, dagli occhi azzurri, dalla ciera linfatica e sofferente, dai modi timidi e muliebri. Lo splendore vago e malinconico del suo sguardo parea cercasse qualche cosa che non era presente, una memoria lontana, una speranza indefinita. Mangio pochissimo e non bevette che acqua, cio che non fece, per esempio, Don Gaudenzio. Si era appena finito, e i commensali stavano ancora ripiegando i tovaglioli, quando Baccio entro con una faccia sepolcrale, ed annunzio l'arrivo del sindaco. Il curato ebbe un movimento di tutta la persona, e un rapido sguardo in alto, che mi colpirono. Poi, puntellandosi ai bracciuoli della poltrona disse, alzandosi lentamente: --Vengo; fatelo passare nel gabinetto. Un silenzio successe alla partenza del curato; l'im
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