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caso si trattava di qualche intingolo manipolato dalle sue mani e ch'egli assaggiava cogli occhi commossi, prima che colla bocca. --A lei, Don Gaudenzio; mi tagli un po' di cotesto, ma, per carita, non dilanii, tagli. E, cio detto, veniva al suo posto coll'aria di uno che, fatto il proprio dovere, lascia altrui la intiera responsabilita delle conseguenze. Don Gaudenzio pareva creato da Dominiddio apposta per coprire l'ufficio a cui era stato scelto alla tavola del presbiterio. Certo erano costrutti cosi gli schiavi incaricati di squarciare gli agnelli nei banchetti omerici. Egli si tirava d'impiccio con una rapidita prodigiosa. Le sue braccia colossali passavano, coprendolo agli occhi altrui, due o tre volte sul piatto, poi deponeva coltello e forchetta, e la vittima si trovava pronta a far il giro della tavola. Quando il piatto arrivava davanti all'organista, l'avresti detto un convoglio che, fatte brevissime soste alle stazioni secondarie, e finalmente arrivato a uno scalo di grande importanza, e percio vi si ferma un bel pezzo, vogliano o non vogliano i viaggiatori. Era ingordigia raffinata e soverchia da parte del musicista? Oh, no certo; ma bensi deplorabile effetto della sua eccezionale struttura. Ei non poteva guardar da vicino al dissotto di se stesso; il volume del collo ne lo impediva; la sua piccola testa era inchiodata su quell'enorme piedestallo nella direzione degli astri e dello specchietto dell'organo, ed era con grandissimo stento e ancora allontanando il piatto verso il centro del tavolo, che il povero uomo riusciva a vederne il contenuto e a prenderne la propria parte. Una volta la sosta di un pollo arrosto fu cosi lunga, che il prete che sedeva in faccia a me fra il curato e l'organista nell'imbarazzo, perdette la pazienza, e, riscaldato probabilmente dal profumo della imbandigione che tanto tardava a cadere nelle sue mani, esclamo: --Signor Prosdocimo, in nome di Dio! ci vuol tanto tempo per decidersi fra un polpastrello ed una ala? Ci sono tanti che aspettano!... Il Bazzetta venne allora in aiuto dell'infelice organista, cui le parole del sacerdote impaziente avevano dato il tremito. D'un balzo gli fu alle spalle, e, guidatagli la mano, gli infilzava sulla forchetta il boccone migliore. Il pretaccio, che forse lo aveva da gran tempo adocchiato e sperava infilzarlo sulla propria, si morse le labbra e, preso il piatto, lo giro al curato, senza servirsene, dicendo dispettosamente: --N
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