uaso che fosse l'ora in cui conveniva ritirarsi, strinsi la mano
un'altra volta al mio nuovo amico, e, a malincuore, giacche non
sentivo piu nessuna stanchezza, seguii la fantesca.
Ella mi fece salire una piccola scala dai gradini larghi e lisci, e mi
trovai davanti a un letticciuolo pulito, fiancheggiato da un ampio
seggiolone che aveva l'aria di aver passato i begli anni della sua
gioventu fra la musica e l'incenso del coro.
Del resto la camera destinatami non offriva molta materia di
analisi. Una sedia coperta di paglia stava al posto del tavolo da
notte, coll'inevitabile bicchier d'acqua e il mazzo dei zolfanelli; in
faccia al letto, sotto la finestra, un tavolino quadrato con una gamba
piu corta delle altre, pareva un ballerino nell'atto di spiccare la
_pirouette_; una fila di quadretti coprivano in simmetria le pareti
bianchissime: sotto i vetri punzecchiati dalle lentiggini delle
mosche, riconobbi il Crisostomo, San Filippo abate, San Luigi
Gonzaga,--litografie colorate con toni azzurri e rossi crudi e duri
come gli scheletri che si trovano nelle sabbie dei tropici--brava
gente che certo faceva le meraviglie di veder quel letto vestito a
nuovo e me beatamente distesovi sopra.
Non era quella la camera che il curato offriva agli scalpellini ed ai
mulattieri; non tardai a persuadermi che per me si era scelto il
locale delle grandi occasioni, in cui chi sa da quanto tempo nessuno
aveva dormito.
Ne puo essere prova l'anedotto innocentissimo che mi piace contarvi,
benche affatto estraneo al soggetto. Prendo anzi quest'occasione per
ripetere ch'io qui non scrivo un romanzo col suo principio, col suo
mezzo, col suo fine, colle sue cause, il suo sviluppo e le sue
conseguenze, e tutte le belle cose che si leggono nei trattati di
estetica; ma bensi raccolgo impressioni di scene e di fatti,
sensazioni di luoghi e di persone in cui mi sono scontrato e che, per
un mero effetto del caso convergeranno, se mi si presta attenzione, a
far cornice utile se non anche necessaria al soggetto doloroso che e
la ragione di essere di questo studio.
Mi ero dunque coricato e riandavo col pensiero, gia ondeggiante
nell'atmosfera magnetica che precede il sonno, i casi della
giornata. Macchinalmente i miei occhi erano fissi alla finestra
chiusa, dalle fessure della quale penetrava un pallido bagliore di
luna. D'improvviso mi parve che qualche cosa si movesse sul tavolino
sottoposto, qualche cosa di nero, un volume o una scatola. Conc
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