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dal sindaco.... Eravamo usciti dal villaggio, e gia appariva non lontana la parete bianca del presbiterio, e piu in su, dietro la cima di un boschetto, la freccia aguzza e scintillante del campanile. La notte era splendida e calma; si sarebbe potuto leggere, al raggio lunare, la piu microscopica scrittura di donna; e, tranne il gorgheggio sommesso di un usignuolo, che rompeva l'aria a intervalli, per l'ampia vallata non errava che il suono de' miei passi e di quelli del campanaro che mi seguiva zoppicando. L'idea del sindaco pareva averlo messo di cattivo umore; giacche la sua fisionomia sincera e gioviale erasi alquanto rannuvolata, come sotto la preoccupazione di qualche cosa di triste. A un tratto, un rumore di passi accelerati giunse dalla parte della chiesa, e apparve davanti a noi una strana figura umana che gesticolava, venendoci incontro in mezzo alla strada. Quando ci fu a due passi, diede in uno scroscio di pianto, e mettendo le mani sulle spalle della mia guida, non accorgendosi forse nemmeno di me: --La muore, Baccio, la muore proprio! Oh! la mia povera Gina... la mia povera donna... cosi giovane... cosi.... Le lagrime lo soffocavano. Il campanaro era li come impietrito. Poi disse: --Ma se la stava meglio! Anche il signor curato cominciava a sperare.... --Sono stato adesso a chiamarlo. Ah! Baccio, Baccio, la muore!.... E prosegui verso il villaggio brancolando. Era un giovane sui trent'anni, alto e tarchiato. Egli aveva detto quelle parole con accento di cosi profonda desolazione, che me ne sentivo tutto atterrato. Nulla infatti di piu straziante che lo spettacolo del dolore negli organismi sani e robusti. Ci aveva lasciati appena, che il curato appari. Sembrava assai vecchio, e accelerava il passo con visibile stento. Aveva la larga fronte coronata di capelli bianchissimi; illuminati dalla luna, li avresti detti un'aureola. Non so quale solennita traspariva da tutta la sua figura. Alla commozione che gia mi dominava, si aggiunse, al suo apparire, una specie di vaga dolcezza. Mi tirai da un canto, levai il cappello e gli fissai gli occhi nel viso. Ma nel suo pensiero non esisteva certo, in quel momento, che una immagine; quella della morte con cui stava per trovarsi a colloquio. Egli meditava la parola che le pone sulla fronte il sorriso. Passo in mezzo a noi, colla testa fissa al villaggio, senza vederci. --Brav'uomo, dissi al campanaro; ho mutato avviso. Mi fermo qui:
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