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medico e una farmacia, un sindaco e la sua storia...--Ecco tutte le mie scene e tutti i miei personaggi. Nulla e grande, nulla e piccino; il cuore ne e la misura; e un po' del mio e restato lassu in quei boschi, fra quelle pareti bianche, in mezzo a quel beato silenzio; lassu dove furono prima pensate queste pagine. Eppero, chi volesse trovarci altra cosa che un po' di cuore non legga.--So di alcuni, i quali di quel _po'_ si accontenteranno. II. Molti anni, cio che vuol dire molte sciagure, sono passati dal giorno in cui bussai a quella porta. Compivo i venti, avevo la valigia del pittore sulle spalle, e un buon angelo mi guidava--un angelo che adesso chi sa dove e andato a nascondersi. Allora io vedevo e sentivo; splendore di cielo, verzure di convalli, scroscio di torrenti, belate di mandre, tutto brillava, profumava, cantava per la presenza di lui; e sul nostro passaggio gli atomi della natura si animavano al contatto delle sue ali per parlar meco di arte e di gloria. Quel giorno la conversazione era cominciata al primo nascere del sole, e aveva continuato senza interruzioni per tutta la strada. Eppero come fui vicino al villaggio di Sulzena, la stanchezza delle gambe prevalse. Si fece silenzio. Tramontava il sole, e pensavo a mia madre; due tra le infinite cose da cui germina la umana tristezza. Essa veniva lentamente impossessandosi di me, ma dolce, quasi voluttuosa, come quella che conduce alle lagrime, di cui parla Virgilio--_quaedam flere voluptas._ E forse le lagrime erano li per sgorgare, quando la recrudescenza della fatica diede nuova autorita alle gambe. Furono questi poveri stinchi a farmi accorto della presenza del villaggio. Alla solita strada polverosa, soffice e piana come il pavimento di un gabinetto principesco, era successo un selciato di pietre druidiche, sul quale, a non inciampare, vi giuro che o bisognava avervi camminato appena fuor delle fasce, o aver compiti molte volte i sette anni. Debbo alla luna, che in quel momento era venuta a far capolino, ed a un mio talento ginnastico se non mi ruppi il collo, io che sette anni non li avevo ancora compiti tre volte. Non e necessario descrivervi il villaggio di Sulzena. Voi lo conoscete gia, per poco che abbiate fatta conoscenza con alcuna delle nostre montagne. Cotesti villaggi si somigliano tutti. Case, o meglio capanne_ _(_baite_) ad un solo piano, coperte di schisto nero, e alla parte del nord, di muschio
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