derio di progenie gia s'
astrinse ad osservanze austere, e teste pieno di fede ha a voi, O eccelsi,
sacrificato con un Asvamedha. Ora egli, sollecito d' aver figli, si
dispone ad adempiere un nuovo rito; vogliate essere favorevole a lui che
sospira progenie. Io alzo a voi supplici le mani, e voi tutti per lui
imploro: nascano a lui quattro figli degni d'essere celebrati pei tre
mondi. Risposero gli Dei al supplichevole figliuolo del Risci: Sia fatto
cio che chiedi; a te ed al re parimente si debbe da noi, O Brahmano, sommo
pregio; canseguira il re per questo sacro rito il suo suppremo desiderio.
Cio detto disparvero i Numi preceduti da Indra.
Poiche videro gli Dei compiersi debitamente dal gran Risci l'oblazione,
venuti al cospetto di Brahma facitor del mondo, signor delle creature,
cosi parlarono reverenti a lui dator di grazie: O Brahma, un Racsaso per
nome Ravano, eui tu fosti largo del tuo favore, e per superbia infesto a
noi tutti e ai grandi Saggi penitenti. Un di, O Nume, augusto, tu propizio
a lui gli accordasti il favore, ch' egli bramava, di non poter essere
ucciso dagli Dei, dai Danavi ne dai Yacsi: noi venerando i tuoi oracoli,
ogni cosa sopportiamo da costui. Quindi il signor dei Racsasi infesta con
perpetue offese i tre mondi, i Devi, i Risci, i Yacsi ed i Gandharvi, gli
Asuri e gli uomini: tutti egli opprime indegnamente inorgoglito pel tuo
dono. Cola dove si trova Ravano, piu non isfavilla per timore il sole, piu
non spira il vento, piu non fiammeggia il fuoco: l' oceano stesso cui fan
corona i vasti flutti, veggendo costui, tutto si turba e si commuove.
Stretto dalla forza di costui e ridotto allo stremo dovette Vaisravano
abbandonare Lanca. Da questo Ravano, terror del mondo, tu ne proteggi, O
almo Nume: degna, O dator d'ogni bene, trovar modo ad estirpar costui.
Fatto di queste cose conscio dai Devi, stette alquanto meditando, poi
rispose Brahma: Orsu! e stabilito il modo onde distruggere questo iniquo.
Egli a me chiese, ed io gliel concessi, di non poter essere ucciso dai
Devi, dai Risci, dai Gandharvi, dai Yacsi, dai Racsasi ne dai Serpenti; ma
per disprezzo non fece menzione degli uomini quel Racso: or bene, sara
quell' empio ucciso da un uomo. Udite le fauste parole profferte da
Brahma, furono per ogni parte liete gli Iddii col loro duce Indra. In
questo mezzo qui sopravvenne raggiante d'immensa luce il venerando Visnu,
pensato da Brahma nell' immortal sua mente, siccome atto ad estirpar
colui; Al
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