lora Brahma colla schiera de' Celesti cosi parlo a Visnu: Tu sei
il conforto delle gente oppresse, O distruttor di Madhu: noi quindi a te
supplichiamo afflitti: sia tu nostro sostegno, O Aciuto. Dite, loro
rispose Visnu, quale cosa io debba far per voi; e gli Dei, udite queste
parole, cosi soggiunsero: Un re per nome Dasaratha, giusto, virtuoso,
veridico e pio, non ha progenie e la desidera: ei gia s' impose durissime
penitenze, ed ora ha sacrificato con un Asvamedha: tu, per nostro
consiglio, O Visnu, consenti a divenir suo figlio: fatte di te quattro
parti, ti manifesta, O invocato dalle genti, nel seno delle quattro sue
consorti, simili alla venusta Dea. Cosi esortato dagli Dei quivi presenti,
l'augusto Narayana loro rispose queste opportune parole: Quale opra s'ha
da me, fatto visible nel mondo, a compiere per voi, O Devi? e d'onde in
voi cotal terrore? Intese le parole di Visnu, cosi risposero gli Dei: Il
nostro terrore. O Visnu, nasce da un Racsaso per nome Ravano, spavento
dell' universo. Vestendo umano corpo, tu debbi esterminar costui. Nessuno
fra i Celesti, fuorche tu solo, e valevole ad uccidere quell' iniquo.
Egli, O domator de' tuoi nemici, sostenne per lungo tempo acerbissime
macerazioni: per esse fu di lui contento l'augusto sommo Genitore: e un di
gli accordo propizio la sicurezza da tutti gli esseri, eccettutine gli
uomini. Per questo favore a lui concesso nou ha egli a temere offesa da
alcuna parte, fuorche dall' uomo, percio, assumendo la natura umana,
costui tu uccidi. Egli, il peggior di tutti i Racsasi, insano per la forza
che gli infonde il dono avuto, da travaglio ai Devi ed ai Gaudharvi, ai
Risci, ai Muni ed ai mortali. Egli, sicuro da morte pel favore ottenuto, e
turbatore dei sacrifizj, nemico ed uccisor dei Brahmi, divoratore degli
uomini, peste del mondo. Da lui furono assaliti re coi loro carri ed
elefanti; altri percessi e fugati si dispersero per ogni dove. Da lui
furono divorati Risci ed Apsarase: egli insomma oltracotato continuamente
e quasi per ischerzo tutti travaglia i sette mondi. Percio, O terribile ai
nemici e stabilita la morte di costui per opra d'un uomo; poich' un di per
superbia del dono tutti sprezzo gli uomini. Tu, O supremo fra i Numi, dei,
umanandoti, estirpare questo tremendo, superbo Ravano, oltracotato, a noi
nemico, terrore e flagello dei penitenti.
GORRESIO.
XIV.
De nouveau Rishyacringa tint ce langage au Monarque: "Je vais celebrer un
autre sacrifice,
|