arte avesse
quel ceto nel complessivo risultato storico rispettivamente alla
Lombardia nel secolo XVI.
Avendo, per essersi incontrato nella figlia del signore di Bologna,
contratte relazioni e nimicizie ed odii con taluno che dominava nella
media Italia, ne fa conoscere in parte la condizione, gli usi, gli
abusi; ne conduce finalmente a veder Roma, la citta` eterna, dove per
assai tempo ebbe a fermare la sua dimora.
Nemico alla Francia, e da lei assiduamente perseguitato, caldissimo
fautore di Francesco Sforza e a lui carissimo, ne mette in bella luce
le virtu` di questo, ne fa conoscere l'ingiustizia di quella.
Sovrattutto parve all'autore, dopo aver tentato i segreti della
storia, riuscisse sovramodo interessante il gruppo di quei tre
personaggi Palavicino, Ginevra Bentivoglio, Sforza, perche` in quel
loro incontro, nello stesso luogo e nel medesimo tempo, in quella
parita` di giovinezza, in quell'associazione di vita e di comunanza
d'interessi, (comeche` breve e lontana sia l'opera dell'ultimo di
essi), in quel forte legame d'amore, a non voler star paghi del nudo
fatto e della semplice cifra, gli sembro` vedere qualche cosa piu` di un
puro accidente, ma alcun che invece di altamente prestabilito, ma una
mano, provvida e sapiente che avesse espressamente gettate nel mondo e
aggruppate quelle tre creature, perche` nel mentre avevano a soffrire
per le colpe dei loro padri e della loro classe, ne fossero in una
volta l'espiazione e la riparazione potente.
In questi tempi, in cui la fantasia stranamente prodiga di taluno de'
nostri vicini d'oltremonte e` usa imbandire cosi` laute e forse
indigeste mense alla folla incontentabile, ed a stordire il lettore
nella sua noja piu` forse che ad appagarlo nelle sue pretese, lo
trascina, quasi potrebbe dirsi, a coda di cavallo, sul popolato campo
della vita attuale. In questi tempi che i labbri, viziati dagli
spiritosi e forti liquori, facilmente fastidiscono ogni altra bevanda
che loro sia porta, e` ardua cosa assai il gettare alle moltitudini un
libro qualunque esso sia.
Pero` l'autore non puo` dissimulare l'insolito timore dal quale e` preso
nel pubblicare il presente.
Di se`, dell'opera propria ha sempre dubitato e dubita tuttavia, con
sensibile stringimento dei precordi, non tanto pero` quanto
dell'inesorabile pubblico. Di questo pubblico sazio dall'abuso,
indifferente, svogliato, e per nulla disposto a sperar bene di un
lavoro che sia fatto da italiano, stamp
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