i, che....
--No-no-no, entro` a parlare un terzo, che s'era allora allora
accostato al crocchio, e al quale tutti fecer largo; Carl'Ambrogio ha
parlato bene.... Un padre, per quanti dispetti possa avere, non si
attentera` mai di fare una cosi` infame azione. Sapete piuttosto cosa
sara`?... Sara`, che siccome a' Francesi e` noto che il Palavicino e`
caldo amico dello Sforza, e che la sua buona spada pesa per dieci, e
va poi innanzi a tutti nell'odiar loro, cosi` crederei....
--Oh questa e` grossa, e` grossa, il mio caro Burigozzo.
--Ma lasciatemi dire.
--Ho compreso bene, non si sbaglia; ma e` grossa, torno a ripetere. Se
da` la sorte, i Francesi che voi dite non san forse nemmanco che esista
il marchese. Il marchese e` noto qui fra noi, perche` semina, come suol
dirsi, i ducati per le contrade. E` noto pei grossi guai che ha detto
qui Carl'Ambrogio, per le tante lagrime che e` costato a quella cara
donna di sua madre, la quale avrebbe avuto a ringraziar Dio se fosse
caduta morta il di` stesso che ando` sposa del vecchio marchese: per
queste cose dunque esso e` noto fra noi; ma fuori del Ducato chi volete
che sappia nulla di tutto cio`? E i Francesi?... Ma posto anche che i
Francesi conoscan lui, com'io conosco voi.... e cosi`.... che
credereste?... potrebbe lor forse dar ombra codesto giovane, per
quanto sia buona la lama della sua spada?.... E` grossa, insomma; e`
grossa, e non mi par vero che abbiate parlato voi!
Facendo questi e simili discorsi quelle tre o quattro persone, passo
passo, allontanandosi da quel luogo, trassero sotto la piazza del
duomo, attraversata la quale, si ridussero verso al portico de'
Figini, dove tornarono ad unirsi in crocchio permanente innanzi ad una
bottega di merciaio.
Se un pittore, al quale un comittente, buon amico de' tempi andati,
desse a ritrarre in tela una radunata di popolo nel principio del
secolo XVI sulla piazza del duomo, si credesse, senza passare piu` in
la`, di poter rispondere al bell'assunto, col fare il suo bozzetto
ritraendo la piazza quale si presenta oggidi`, farebbe assai male le
cose sue.
Ne` basta che anche in oggi sia quell'area medesima di tre secoli
fanno, quel medesimo duomo; quel portico, quel palazzo ducale istesso.
La mano del tempo, quella degli uomini, il progresso, e talvolta, se
pur vuolsi, il regresso, coll'assiduo mutare e rimutare, tanto e poi
tanto vi ha tolto ed aggiunto, che se il buon Burigozzo, che noi
abbiam veduto ridursi alla
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