hi scaduti, viene a trovarsi implicata colla
Francia, il suo re battagliero, i suoi luogo-tenenti crudeli; Roma e
il magnifico suo pontefice che sono intesi a spegnere la folla dei
tiranni nella media Italia, obbrobriosi per delitti e atrocita` d'ogni
maniera; nel mentre questi, aiutando Francia per tenersi forte contro
il pontefice vengono a concorrere alla rovina del Milanese,
fintantoche`, percossi da Roma piu` potente, lascian nudo un fianco alla
Francia, e Milano, giovata da quest'ordine di cose, da Roma, dalla
lega, puo` riaversi un tratto da quel duro e atroce regime.
Dramma a larghissime dimensioni, nel quale piu` Stati son le figure
colossali che aggruppano il nodo e s'affaticano allo scioglimento.
Se non che, trattandosi di un'opera d'immaginazione, in cui la
materia storica dev'essere cosi` stemprata nel diletto, che facilmente
venga digerita anche dalle piu` gracili intelligenze, conveniva
diminuire le troppo ampie dimensioni coll'accostare la periferia piu`
che fosse possibile al centro, adoperando per altro di maniera, che se
ne conservassero intatte le proporzioni relative; conveniva insomma
far quello che fa la camera ottica, la quale, su d'una piccola tavola,
raccoglie cio` che appena potrebb'essere contenuto da uno spazio di
migliaia di metri.
A far questo era indispensabile un punto, che porgesse il mezzo di
congiungere senza soverchia fatica, e, quel che piu` importa,
senz'artifizio troppo palese, tutti gli elementi cosi` lontani tra loro
e cosi` disparati; cosa che non sarebbe stata difficile qualora,
camminando suite solite orme, si fosse voluto introdurre un
personaggio ideale, e dare a lui l'incarico di guidare i lettori nella
via della storia, e di connettere le cause e gli effetti de' piu`
notabili avvenimenti.
Ma essendosi l'autore intestato che il protagonista avesse ad essere
propriamente storico, se ne sarebbe al certo rimasto co' suoi
desiderii, se la storia medesima non si fosse, a dir cosi`,
espressamente adoperata per mettergliene innanzi uno che a farlo
apposta, non poteva per certo riuscir migliore.
Questo e` il Manfredo Palavicino, giovane patrizio milanese, del quale
l'ingegno e l'animo forte, le svariate vicende della vita e l'ultime
sventure, porgevano senz'altro aiuto, abbastanza da fermar
l'attenzione anche de' piu` indifferenti e svogliati.
Appartenendo esso alla classe de' patrizii, sebbene avverso al loro
partito, ci porge tuttavia il mezzo d'investigare quanta p
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