re, non potevasi
congetturar cosa. Ma nella notte prima, quando battevano le sei ore
appunto all'orologio di San Gottardo, un gentiluomo, accompagnato
da un suo famiglio, era stato cola` assalito da quattro soldati con
spadoni e pugnali; il gentiluomo n'era rimasto affatto affatto
illeso; e i quattro assassini, inseguiti, agguantati, percossi, e
strettamente legati dalle guardie svizzere dell'eccellentissimo
duca, erano stati condotti in castello. Avvenimento che da tutti
era qualificato per un vero miracolo, la cui spiegazione non poteva
esser difficile, per essersi commesso l'attentato sotto gli occhi
medesimi della Vergine Santissima.
[*] La prima edizione della presente storia fu pubblicata nel 1845.
La folla aveva cominciato fermarvisi, a che appena suonava la prima
avemmaria in Duomo, e cambiata e rinnovata, e` impossibile dir quante
volte, vi stava stipata or tuttavia che i monsignori nella sagrestia
orientale s'adattavano in fretta la cappamagna, battendo in quella gli
ultimi tocchi de' vespri; trattavi anche allora, come sempre, da
quella specie d'istinto pel quale ci sembra che la presenza del luogo
ov'e` avvenuto un gran fatto ci aiuti a ricostruircelo in mente, anche
senza esserne stati testimoni, e malgrado il silenzio delle muraglie.
Del resto, ad un simile silenzio s'affannava in quel giorno di
soccorrere l'eccessiva loquacita` del barbiere, il quale, fin dalla
notte, s'era, al rumore insolito, affacciato alla finestra, aveva
anche esso data una voce, aveva veduto e traveduto; all'alba, chiamato
giu` dagli avventori che lo martellarono di domande, aveva saziata la
curiosita` loro; interrogato poi da tutti quanti passavano per di la`,
s'era assunto l'ufficio di narratore, e quelle cinque o sei frasi,
nelle quali stava racchiusa tutta la storia del fatto; le aveva quel
di repetute, non si puo` calcolare quante centinaia di volte.
E anche in questo momento che continuavano i tocchi della campana de'
vespri, stava intertenendo dell'avvenuto due o tre che attentamente lo
ascoltavano.--Ecco, qui, diceva, quando mi sono affacciato col
lampione, gli assassini fuggivano per di qui, e i due soldati della
guardia venivan gia` loro alle coste molto bene, intanto che sei o
sette labarde del duca correvano a furia dalla piazza. Il marchese
stava fermo a questo posto, lo vedete... a questo posto qui dove son
io; teneva ancor sfoderata la spada, e dicendo al famiglio che
cessasse ormai dal gridare tant'alto, che
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