queste voci languide risuona
Un non so che di flebile e soave,
Che al cor gli serpe, ed ogni sdegno ammorza,
E gli occhi a lagrimar gl' invoglia e sforza.
Poco quindi lontan nel sen del monte
Scaturia mormorando an picciol rio:
Egli v'accorse, e l'elmo empie nel fonte,
E torno mesto al grande ufficio e pio.
Tremar senti la man, mentre la fronte,
Non conosciuta ancor, sciolse e scoprio.
La vide, e la conobbe; e resto senza
E voce, e moto. Ahi vista! ahi cognoscenza!
Non mori gia; che sue virtuti accolse
Tutte in quel punto, e in guardia al cor le mise;
E, premendo il suo affanno, a dar si volse
Vita coll'acqua a chi col ferro uccise.
Mentre egli il suon de' sacri detti sciolse,
Colei di gioia trasmutossi, e rise:
E in atto di morir lieto e vivace,
Dir parea; S'apre il cielo; io vado in pace.
D'un bel pallore ha il bianco volto asperso,
Come a gigli sarian miste viole;
E gli occhi al cielo affisa, e in lei converso
Sembra per la pietate il cielo e 'l sole;
E la man nuda e fredda alzando verso
Il cavaliero, in vece di parole,
Gli da pegno di pace. In questa forma
Passa la bella donna, e par che dorma.
Come l'alma gentile uscita ei vede,
Rallenta quel vigor ch'avea raccolto,
E l'imperio di se libero cede
Al duol gia fatto impetuoso e stolto,
Ch' al cor si stringe, e chiusa in breve sede
La vita, empie di morte i sensi e 'l volto.
Gia simile all' estinto il vivo langue
Al colore, al silenzio, agli atti, al sangue.
E ben la vita sua sdegnosa e schiva,
Spezzando a sforza il suo ritegno frale,
La bell'anima sciolta alfin seguiva,
Che poco innanzi a lei spiegava l'ale;
Ma quivi stuol de' Franchi a caso arriva,
Cui trae bisogno d' acqua, o d'altro tale;
E con la donna il cavalier ne porta,
In se mal vivo, e morto in lei ch'e morta.
* * * * *
No V.
TANCRED IN THE ENCHANTED FOREST.
THE SAME.
Era in prence Tancredi intanto sorto
A seppellir la sua diletta amica;
E, benche in volto sia languido e smorto,
E mal atto a portar elmo e lorica,
Nulladimen, poi che 'l bisogno ha scorto,
Ei non ricusa il rischio o la fatica;
Che 'l cor vivace il suo vigor trasfonde
Al corpo si, che par ch'esso n'abbonde.
Vassene il valoroso in se ristretto,
E tacito e guardingo al rischio ignoto
E sostien della selva il fero aspetto,
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