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ue onori non deroget, illam non lentis passibus acceptabo. quod si per nullam talem Florentia introitur, nunquam Florentiam introibo. quidni? nonne solis astrorumque specula ubique conspiciam? nonne dulcissimas veritates potero speculari ubique sub celo, ni prius inglorium, imo ignominiosum populo, Florentineque civitati am reddam? quippe panis non deficiet."] [Footnote 16: _Opere minori_, ut sup. vol iii. p. 186.] [Footnote 17: _Veltro Allegorico di Dante_, ut sup. p. 208, where the Appendix contains the Latin original.] [Footnote 18: See Fraticelli's Dissertation on the Convito, in _Opere Minori_, ut sup. vol. ii. p. 560.] [Footnote 19: _Discorso sul Testo_, p. 54.] [Footnote 20: _Balbo_. Naples edition, p. 132.] [Footnote 21: "Di se stesso presunse maravigliosamente tanto, che essendo egli glorioso nel colmo del reggimento della republica, e ragionandosi tra maggiori cittadini di mandare, per alcuna gran bisogna, ambasciata a Bonifazio Papa VIII., e che principe della ambasciata fosse Dante, ed egli in cio in presenzia di tutti quegli che cio consigliavano richiesto, avvenne, che soprastando egli alla risposta, alcun disse, che pensi? alle quali parole egli rispose: penso, se io vo, chi rimane; e s'io rimango, chi va: quasi esso solo fosse colui che tra tutti valesse e per cui tutti gli altri valessero." And he goes on to say respecting the stone-throwing--"Appresso, come che il nostro poeta nelle sua avversita paziente o no si fosse, in una fu impazientissimo: ed egli infino al cominciamento del suo esilio stato guelfissimo, non essendogli aperta la via del ritornare in casa sua, si fuor di modo divento ghibellino, che ogni femminella, ogni picciol fanciullo, e quante volte avesse voluto, ragionando di parte, e la guelfa proponendo alla ghibellino, l'avrebbe non solamente fatto turbare, ma a tanta insania commosso, che se taciuto non fosse, a gittar le pietre l'avrebbe condotto." (_Vita di Dante_, prefixed to the Paris edition of the Commedia, 1844, p. XXV.) And then the "buon Boccaccio," with his accustomed sweetness of nature, begs pardon of so great a man, for being obliged to relate such things of him, and doubts whether his spirit may not be looking down on him that moment _disdainfully_ from _heaven_! Such an association of ideas had Dante produced between the celestial and the scornful!] [Footnote 22: _Novelle di Franco Sacchetti_, Milan edition, 1804, vol. ii. p. 148. It forms the setting, o
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